L’albicocco (Prunus armeniaca) è un albero molto apprezzato per i suoi gustosi frutti e la relativa facilità di coltivazione e cura. Si tratta di una pianta abbastanza versatile nell’adattarsi a climi e terreni differenti. Molto diffuso anche da noi, l’albicocco sembra avere avuto origine nell’Asia centrale e prospera soprattutto nelle zone a clima temperato tendente al caldo. E’ un albero a foglia caduca e la sua altezza può variare, se lasciato libero di crescere può arrivare anche fino agli 8 metri di altezza.
Se è vero che questa pianta non richiede cure eccessive, tuttavia, l’albicocco ha una caratteristica particolare: risente molto di come viene effettuata la potatura, più degli altri alberi da frutto. La potatura è fondamentale per vari motivi. Mantenere un albero della giusta altezza ci consentirà di cogliere i suoi frutti più agevolmente. Inoltre, una potatura fatta bene stimola la produzione di frutti. Scopriamo allora come potare l’albicocco, come e quando effettuare questa operazione così determinante.
Potare l’albicocco: cosa fare
Una potatura dell’albicocco regolare e corretta serve a garantire uno sviluppo armonico dell’albero, una buona produttività dei frutti e a rafforzarlo contro le malattie della sua specie. Partiamo dicendo che la potatura dell’albicocco deve essere effettuata o a settembre, dopo la raccolta dei suoi frutti, oppure a febbraio quando l’albero è una fase di riposo vegetativo. In quest’ultimo caso si tratterà di una potatura secca. E’ dunque importante evitare i mesi più freddi.
Dal terzo anno di vita dell’albicocco la potatura avrà lo scopo di stimolare la produzione di frutti. In linea di massima, occorre limitare i tagli severi e drastici, tagliare in modo netto e pulito al di sopra della gemma, con taglio a 45 gradi. Rimuovere i rami secchi è sempre una buona norma per la pulizia dell’albero e per renderlo meno vulnerabile allo sviluppo di malattie. Eliminate i rami che crescono solo in verticale, quelli troppo bassi, succhioni e polloni.
Attenzione a potare l’albicocco: ecco cosa non fare
L’albicocco è una pianta molto apprezzata sia per la gustosità dei suoi frutti che per la bellezza ornamentale dell’albero. I suoi fiori dal colore bianco roseo sono precoci e rappresentano un annuncio della primavera. Tuttavia, come abbiamo visto, bisogna fare attenzione a come potare l’albicocco per non compromettere non solo il nostro raccolto ma la salute stessa dell’albero. Per questa pianta così sensibile al taglio dei rami, una potatura sbagliata può causare:
- Riduzione della produzione di frutti
- Maggiore vulnerabilità a malattie
- Formazione di rami deboli e inutili
- Squilibrio tra le parti
Tagli eccessivi o effettuati nei periodi sbagliati può causare una riduzione sensibile delle gemme e dei fiori, cioè la conseguente diminuzione della produzione di frutti. Stessa cosa avviene se effettuiamo la potatura di rami vitali oppure se non togliamo rami vecchi, secchi e improduttivi. I tagli non eseguiti correttamente rappresentano poi la via di accesso per malattie, funghi e parassiti. Ad esempio praticare un taglio dritto, anziché a 45 gradi, può veicolare l’acqua e favorire lo sviluppo di patologie.
A seguito di una potatura eccessiva e scriteriata, l’albicocco può produrre i cosiddetti succhioni, cioè getti vigorosi e verticali, ma deboli dal punto di vista strutturale, compromettendo quindi il sostegno necessario alla nascita e allo sviluppo dei frutti. Tagli troppo invasivi, infine, determinano uno squilibrio tra la parte aerea e le radici dell’albero, indebolendolo e rallentando la rigogliosità nella primavera successiva.